Startup & Entrepreneurship
Oggi con questa intervista ci troviamo a Firenze. Una bellissima città a cui non mancano arte, architettura ed innovazione. Innovazione perché lo scorso anno, dalle ceneri di un carcere, è nato un incubatore di idee: il Murate Idea Park. Hai capito bene, incubatore di idee, non ancora startup.
Sono infatti le idee ad essere proposte dai team, ed accolte da una comunità di persone portatrici di conoscenza, tra cui importanti mentor che ogni giorno cercano di trasmettere la loro esperienza a chi vuole fare dell’imprenditoria la propria strada.
L’intervista che leggerai di seguito, è con una persona che di esperienza ne ha da vendere. Imprenditore, manager, business angel ed ora, appunto, mentor. Ruolo che ricopre nella comunità del Murate Idea Park, per dare l’opportunità a quei team di formarsi e diventare vere startup.

Vincenzo Bonelli
A. Io che sono stato imprenditore, manager, consulente, business angel, che nel corso della mia vita mi sono trovato a collaborare con imprese che stavano nascendo o che erano all’inizio del loro percorso, trovo nella posizione di mentor la più interessante forma di lavoro in questa fase della mia vita.
Posso trasmettere esperienza ed acquisire nuove conoscenze. Posso aiutare ad eliminare il superfluo e essere stimolato a condividere nuove imprese.
Come si diventa mentor del MIP? Rispondendo alla call e partecipando ai workshop di accreditamento, che hanno lo scopo di amalgamare strumenti, metodi di lavoro ed approcci.
A. Per rispondere a questa domanda stiamo lavorando perché l’intero progetto del Murate Idea Park è sottoposto a test durante la realizzazione.
Quando sottolineiamo dall'”idea alla startup” inseriamo nel percorso un team ed un’idea, quindi fondamentalmente del capitale umano, in un processo che aggiunga valore.
Una startup che esce positivamente da questo processo deve essere appetibile per un business angel o imprese che fanno open innovation, ed essere in grado di avviare un processo di verticalizzazione in un acceleratore. Chi investe in una startup in fase di early stage, richiede metriche relative al business model, un team in grado di garantire le funzioni principali dell’azienda ed un prodotto, pronto per essere testato.
In questo contesto la formazione serve a potenziare le competenze del team ed a comprendere le lacune da coprire.
A. Condivido la valutazione che, i dati sulle startup italiane sono ancora abbastanza deludenti. In generale a mio avviso c’è uno “stock di invenduto”. Cosa intendo dire? Che molte startup che hanno superato il terzo anno di vita sono in stand-by, non escono dagli acceleratori, non trovano finanziatori, non riescono a generare un fatturato decente. Sono più simili a semilavorati o merci invendute.
Bisognerebbe uscire da questo stallo che compromette la nascita di nuove imprese. Tra queste comunque ci sono persone valide, competenze utili ed esperienze preziose per rimettersi in gioco.
I dati del report sono rappresentativi della mancanza di azioni dirette al mercato. A volte si sprecano risorse per realizzare delle app o delle piattaforme, che poi non saranno mai sottoposte al test del mercato. Ecco perché al Murate Idea Park, lavorando nella fase iniziale, cerchiamo di selezionare quelle imprese che avranno maggiori potenzialità di successo.
A. A questa domanda rispondo osservando il fenomeno dell’ecosistema toscano.
Ho l’impressione che ci sia un po’ di tutto. Dall’agricoltura alle life science, dalla meccanica alla chimica, dai beni culturali al turismo, sempre con il digitale onnipresente. Ritengo necessario che le nuove startup possano generare non solo nuove imprese, ma anche l’ammodernamento dell’attuale sistema produttivo della nostra regione, rappresentando così un ponte tra il sistema delle imprese che c’è e quello che ci sarà.
A. Entro Marzo lanceremo la seconda call per idee di impresa con due novità:
Il lancio avverrà il 26 Marzo e si chiuderà il 7 Maggio. Troverete tutti i dettagli sul nostro sito.
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