Corporate Innovation

Vuoi far funzionare davvero l’innovazione in azienda?

Andrea Solimene Pubblicato: 7 Aprile 2021

innovazione in azienda

Far funzionare l’innovazione in azienda è quasi una chimera. Di recente mi sono imbattuto in questa affermazione: “L’innovazione richiede un po’ di carta, penne e uno spirito di avventura“. Dunque mi domando: “Dov’è l’inghippo?” Faccio un po’ di ordine e ti spiego.

Febbraio 2020. Ero di ritorno da Barcellona e – sinceramente – non pensavo fosse il mio ultimo viaggio all’estero. Avevo appena concluso “Leading Exponential Change” e continuavo a domandarmi quali potessero essere gli approcci e le tecniche più corrette per spingere le organizzazioni al cambiamento.

Era il mondo pre-Covid e il “non possiamo” – detto a volte esplicitamente, a volte dietro email superficiali o silenzi imbarazzanti – rappresentava la normalità. Poi è arrivata la pandemia e ha cambiato tutto. Abbiamo iniziato a lavorare da casa e collaborare da remoto, abbiamo scoperto la tecnologia e sperimentato Zoom, Meet, Teams e altre piattaforme di collaborazione virtuale. Il “non possiamo” si è trasformato in “possiamo“. Ma, nonostante i cambiamenti radicali, sento spesso parlare di best practice, per di più quando si tratta di fare innovazione in azienda.

Quanta esperienza hai nel mio settore? Quali sono le best practice che possiamo applicare? Con quante altre aziende hai fatto la stessa cosa di cui ho bisogno io?” domande frequenti che, oltre a lasciarmi l’amaro in bocca, denotano la grave miopia verso l’innovazione

Nel 2010 Brian Solis in uno dei suoi talk ispirazionali affermava “this is the end of business as usual. Non c’era la pandemia e nessun altro fenomeno dirompente tale da cambiare il nostro modo di vivere e lavorare. Si, perché – oggi – la crisi economica del 2009 è un po’ come beccarsi due gocce d’acqua senza ombrello, rispetto allo tsunami che stiamo vivendo. L’innovazione era un considerata un “nice to have”, spesso un po’ naif. In alcuni casi difficile da comprendere, in altri difficile da rendere accessibile ai più.

L’affermazione di Solis risuonava più come una chiamata alle armi, una sorta di invito all’azione. “This is the end of business as usual” si traduceva in “apri gli occhi e amplia la tua visuale“. Oggi, 10 anni dopo, è imbarazzante notare che il messaggio è sempre lo stesso. Perché ci ostiniamo ancora a dire “non possiamo”?

L’innovazione in azienda parte con il System Thinking 

L’innovazione in azienda parte – nuovamente – da qui: dalla capacità di rompere gli schemi del passato allargando il campo di osservazione. Molti sostengono che la giusta chiave di lettura è quella proposta dal System Thinking, ossia dall’approccio sistemico con cui studiamo e analizziamo tutti gli elementi legati all’innovazione. Il System Thinking, “volgarmente” (ironico) detto pensiero sistemico, è un’analisi che ci concentra sulla comprensione di come le parti di un sistema interagiscono per produrre un comportamento generale. La scienziata Donella Meadows lo descrive come un “modo di pensare che ci dà la libertà di identificare la causa principale dei problemi e vedere nuove opportunità

“Il System Thinking è un modo di pensare che ci dà la libertà di identificare la causa principale dei problemi e vedere nuove opportunità”.

Donella Meadows

Per un’organizzazione, passare dal paradigma della Closed Innovation a quello dell’Open Innovation presuppone un pensiero sistemico. Tradizionalmente le organizzazioni si approcciano all’innovazione focalizzandosi su un singolo elemento del sistema, nella fattispecie la Ricerca e Sviluppo (R&D), pensando possa rappresentare l’unico strumento verso il futuro. Un classico del passato targato Closed Innovation.

Rispondere alle sfide del futuro contando su tempi lunghi e modalità di analisi che non contemplano la contaminazione e il confronto con l’ambiente esterno (Hackathon, Call4Ideas, Startup, Partnership con incubatori, Acceleratori, …) è anacronistico. Il System Thinking facilita e accelera l’attuazione dell’Open Innovation perché premia le interconnessioni degli elementi che caratterizzano un sistema (persone, tecnologie, processi, tecniche).

Il pensiero sistemico si basa su un cambiamento fondamentale nella mentalità. Si passa dal pensiero lineare gerarchico a uno circolare inclusivo. Il principio fondamentale di questo cambiamento è sapere che ogni elemento di un sistema è interconnesso a un altro. E questo, in pochi l’hanno compreso. Ci sono ancora imprenditori e manager che si ostinano a replicare gli approcci del passato o ricercare le best practice.

Quello che ha funzionato in Google, ha funzionato in Google, non nella tua azienda. Le best practice funzionano (o funzionavano?) per la maggior parte dei dipendenti della maggior parte delle organizzazioni. Ignorano la capacità dell’organizzazione di reagire al contesto in relazione al proprio scopo e ambizione (purpose). Non esistono. Ora più di prima.

Il 2020 è stato l’anno del “Big Reset” (approfondisci questa lettura per avere un punto di vista più ampio sul tema https://www.spremutedigitali.com/trend-topic-perripartire/) e questo deve rappresentare un forte stimolo per rifondare e rinnovare le organizzazioni. Come l’olio e l’acqua, innovazione e gerarchia non legano. Le culture organizzative rigide e verticali soffocano le idee e ostacolano la creatività. Le culture organizzative aperte e orizzontali attraggono e promuovono il cambiamento, rigettando chi porta stabilità e controllo. Non siamo più dinanzi al bivio tra due opzioni da perseguire, siamo dinanzi alla scelta tra passato e futuro.

Liberarsi dalle catene

Sei nel posto giusto per fare innovazione? 

Le aziende che si distanziano dalle best practice sono quelle che hanno radicato il loro vantaggio strategico nell’innovazione organizzativa, ossia nella capacità di abbracciare l’approccio dello Human Centered Design, da cui nasce il Design Thinking. Per farla breve e semplice, l’innovazione in azienda si attua se metti al centro e stimoli le persone con visione ampia e giusta mentalità.

L’innovazione senza una cultura dell’esplorazione è destinata a morire subito. La capacità di un’azienda di cambiare, innovare e adattarsi dipende dalla volontà del leader di abbracciare il cambiamento, stimolare il pensiero sistemico e aprire le menti degli altri. 

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Se sei il leader non puoi far però tutto da solo. Assumi chi è più bravo e talentuoso di te. Circondati di coloro che hanno nuove prospettive, sposano i tuoi valori e condividono la stessa ambizione. Ascoltali e rendili partecipi. Il tuo compito sarà quello di trasformare il tuo sogno nel loro sogno, senza ingabbiarli negli schemi rigidi del passato. Saranno loro a condurti verso il successo. Sei disposto ad accogliere il cambiamento? 

Se non sei il leader datti del tempo per capire se nella tua organizzazione c’è la possibilità di innovare, altrimenti vai altrove. Praterie di aziende proiettate verso il futuro ti aspettano. L’innovazione non è più solo per una elite di visionari.