Corporate Innovation

Impatti sociali, innovazione e network effect

Andrea Solimene Pubblicato: 20 Giugno 2021

impatti sociali e network effect effetto domino

La tua missione è trovare un prodotto o servizio che possa impattare positivamente le vite di 1 miliardo di persone perché questo è il gioco che dobbiamo giocare oggi.

Peter Diamandis, cofondatore della Singularity University e autore di Abundance e Bold, due masterpiece della saggistica moderna.

Ebbene si. La creazione di valore è la nostra missione (o almeno dovrebbe esserlo). Tutti noi dobbiamo pensare al futuro del nostro Pianeta. Viviamo un’epoca di incertezza che ci ricorda quotidianamente che il futuro non è qualcosa di lontano ma qualcosa di immediato. Il futuro è oggi e il cambiamento è ovunque. Ogni organizzazione ha, però, la grande opportunità di essere protagonista della storia futura, integrando nella propria strategia di business il concetto di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Impatti e network effect

Ciò che facciamo oggi ha un impatto (potenzialmente) esponenziale sul domani. Sia in senso positivo, sia negativo. PayPal. Google. Facebook. Uber. Amazon. Salesforce. Sono solo alcune delle aziende più influenti e significative del mondo.

Sono tutte beneficiarie del network effect, ossia dell’effetto domino che si genera in una rete (network) quando un prodotto o un servizio acquisisce valore con l’aumentare del suo utilizzo.

Un esempio è il telefono: senza una connessione dall’altro capo della linea non avrebbe nessuna funzionalità. Il suo valore dipende dalla connessione con altri telefoni. Internet si basa sullo stesso principio. E anche le piattaforme digitali precedentemente citate.

NFX, venture capital che ha investito in startup quali Doordash, Lyft, House Party, ha condotto uno studio su 336 aziende mostrando che il 70% del valore creato nel tech è merito del network effect. Ma questo fenomeno non è esclusivamente legato alla tecnologia perché interessa anche le nostre credenze: la condivisione di convinzioni comuni e il desiderio di agire in gruppo ed essere accettati dagli altri sono elementi fondamentali della nostra esistenza.

Più persone credono in qualcosa, più è probabile che altri si avvicinino e credano nelle stesse cose. Pensa al denaro: in fin dei conti è carta.

Sembra che i recenti avvenimenti abbiano (finalmente) spinto le persone a concentrarsi sul futuro del nostro Pianeta e a comprendere che, tutto sommato, si può agire come comunità per creare impatti positivi. Insomma, sfruttiamo il potere del network effect.

Sostenibilità e futuro

Nell’ultimo decennio si è lavorato molto allo sviluppo di strumenti, tecnologie, metodologie e processi per accelerare digitalizzazione, innovazione e sostenibilità. Ora occorre necessariamente capitalizzare quanto fatto. In effetti si può constatare come siano sempre più frequenti i laboratori per disegnare soluzioni e attenzionare le persone sugli impatti sociali. È in atto un processo di decentralizzazione delle idee che incontra le esigenze e i desideri di numerose community, stimolandole a progettare soluzioni per il futuro. 

L’interesse verso le innovazioni ad impatto sociale è aumentato. The Open Book of Social Innovation, realizzato da Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan, considera l’innovazione sociale come un fenomeno generato dal basso, dalla modern society guidata dalla spinta dirompente delle nuove generazioni, giovani caparbi ed entusiasti, pronti a mettersi in gioco e rincorrere ambiziosi obiettivi. Nello specifico, l’innovazione sociale è così definita:

Nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano contemporaneamente bisogni sociali e creano nuove relazioni sociali o collaborazioni. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e aumentano la capacità della società di agire.

Un esempio efficace è CitizenLab, una piattaforma di impegno civico condiviso in cui i cittadini contribuiscono nella creazione della loro città. Il progetto, lanciato nel 2015, ha l’ambizione di supportare comuni e ogni tipo di governo nel processo decisionali, rendendolo più democratico, trasparente e collaborativo. CitizenLab mira a rendere i governi di domani più incentrati sui cittadini, attraverso un software intuitivo basato sul cloud, un’analisi dei dati approfondita e un focus sui dispositivi mobili.

CitizenLab testimonia come la Social Innovation ponga l’attenzione sul modo più che sul fine del fare innovazione, dando maggior risalto a valori quali la collettività e la sostenibilità.

Convergenza tra scopo e metodo

La Social Innovation viene però ancora “snobbata” da molte organizzazioni che non riescono ad attribuire il giusto valore, dando più peso all’innovazione di business piuttosto che a quella sociale. E se le due innovazioni convergessero? E se l’innovazione sociale fosse il fine, mentre quella di business il mezzo?

Difatti la pandemia ci ha posto tanti interrogativi, tra cui quello della sostenibilità, spingendoci a ricercare continuamente l’innovazione. È qui che si incontrano – finalmente – social innovation e open innovation. Da una parte l’innovazione sociale, come punto di partenza e scopo (purpose) per cambiare gli attuali contesti, dall’altra l’innovazione aperta, come metodo e approccio collaborativo per aggregare network, persone, competenze ed esperienze. 

Siamo sempre più testimoni di una convergenza in atto che richiama il fenomeno della coalescenza, ossia il fenomeno fisico con le quale ad esempio due gocce d’acqua si fondono per formare entità di dimensioni maggiori. Con un gruppo di innovatori ho elaborato il paradigma della Coalescence Innovation (link per approfondire articolo su Coalescence Innovation https://spremutedigitali.com/coalescence-innovation-il-nuovo-paradigma/), un paradigma che sintetizza il processo di contaminazione spontanea e unione convergente di più entità: innovazione sociale (purpose) e innovazione aperta (metodo).

Il punto di congiunzione tra Social Innovation e Open Innovation è la Coalescence Innovation, un paradigma che eredita gli elementi caratterizzanti dell’innovazione sociale e aperta, unendoli in un unico frame. -> Continua a leggere Coalescence Innovation, scarica il white paper qui.