New Ways of Working

Great Resignation: Smart Working e OKR contro le dimissioni in massa

Matteo Sola Pubblicato: 28 Giugno 2022

great resignation

Con la fine, si spera definitiva, della pandemia si torna a parlare di ritorno forzato in massa in ufficio, di smart working ridotto o abbandonato del tutto, di sogni di work-life balance e south working infranti e prende piede la fuga in massa dalle aziende, un rischio reale di cui avevamo già parlato tempo fa qui.

Il tema del momento è la vera o presunta Great Resignation o Grandi Dimissioni. Si iniziava a parlarne già l’estate scorsa come di un movimento proveniente dagli USA e, adesso, anche in Italia, come riporta Il Corriere.

A colpire sono le dimensioni qualitative del fenomeno, in particolare per i giovani:

“Chi si dimette lo fa perché va a ricercare motivazioni nuove e condizioni migliori. Oggi chi offre lavoro qualificato sempre più spesso deve offrire un’opportunità di smart working, la possibilità di auto-organizzare tempi e luoghi di lavoro” 

Prof. Maurizio Del Conte – Università Bocconi

In questo scenario, dobbiamo chiederci, quindi, come impattare su queste dimensioni per poter contrastare il pericolo di abbandono in massa del posto di lavoro: in una parola, come rendere finalmente il lavoro smart.

great resignation - lavoratori in fila su marciapiede vanno via dall'ufficio portando con sé computer, cassettiere, computer, scrivanie, scatole.

Great Resignation e Smart Working: dalle parole ai fatti

Nonostante più aziende di quante si pensi ancora non lo vogliano capire, dopo oltre due anni di dibattiti e divulgazione in merito, lo smart working non coincide con il full remote working emergenziale messo in atto e, di fatto, imposto a tanti durante la pandemia. 

Non è la morte della produttività né la perdita di ogni capacità di governance sul contesto organizzativo. 

Diverse imprese l’hanno capito e ne stanno facendo un vantaggio competitivo. I lavoratori stanno iniziando a fare scelte a discapito di chi resiste a questo cambiamento di mentalità, in cui la possibilità di fare almeno qualche giorno al mese di lavoro da remoto è diventato parte della normalità e dell’equilibrio personale di ognuno: qualcosa di scontato, non richiesto ma preteso e imposto alle aziende, pena l’abbandono del campo di gioco. 

Serve fare una riflessione seria, dunque, prendere delle decisioni e darsi delle strategie chiare espresse in policy ufficiali che diano garanzie sul lungo periodo, perché tutto questo non passerà con la semplice fine dello stato d’emergenza.

Possibilmente, si arriverà anche a comprendere che, al di là del lavoro da remoto, lo smart working è “lavorare smart”, per usare un gioco di parole, basandosi su tempi, luoghi, modalità di lavoro e obiettivi.

great resignation - disegno si sfondo rosso che ritrae lavoratore con 24ore che salta attraverso un muro.

Great Resignation e OKR: lavorare smart

Il mio libro, OKR Performance, ha appena compiuto il suo primo anno. Nel frattemtoo, sempre più aziende utilizzano gli OKR in Italia. Cosa sono gli OKR, non lo ripetiamo; ne abbiamo già parlato qui. 

Gli OKR possono aiutare le aziende in relazione allo smart working e al fine di rendere realmente il lavoro più smart, agendo su:

Ecco come gli OKR possono guidare e agevolare sia il ritorno (sano) in ufficio che il mantenimento di quote di remote working in futuro (per non parlare di chi decide di rimanere col full remote), spingendo quel cambiamento culturale ma anche di processo e di competenze utili nell’operatività, di cui si sente tanto il bisogno.