Startup & Entrepreneurship

Global branding – Skill da sviluppare in tre episodi #1

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 16 Aprile 2021

Era il 1943, un appena diciassettenne Ingvar apre un modesto business.
Qualsiasi cosa le persone necessitassero, Ingvar lo vendeva a basso prezzo. L’inventario era sfuso e parecchio casuale: penne, portafogli, orologi, cornici e calze di nylon, ma poteva essere davvero qualsiasi cosa che potesse aiutare durante una guerra, di non immediata necessità.

Otto anni dopo, questo giovane venditore vide l’opportunità di vendere mobili. Ovviamente la competizione diventò più feroce, era ancora dopoguerra, ma le persone necessitavano buoni prodotti a basso costo per ricostruire le loro vite e le loro case. Il problema, per i clienti era non poter avere i mobili alla prova dei sensi, non potevano toccare, insomma, i mobili prima di ordinarli.
Ingvar ascoltò e decise di aprire il suo primo negozio fisico. Il business così rese disponibili le sue showroom, dove le persone possono provare di tutto, sedersi, tastare con mano, e ancora oggi, queste sono uno dei marchi di fabbrica del brand. Si esatto stiamo parlando di Ikea. Che non solo è uno dei marchi più redditizi del mondo ma è anche l’incarnazione vivente del concetto di Bauhaus e del pragmatismo nell’arredamento.

Saper ascoltare ha reso possibile trasformare Ikea rispetto ai bisogni dei propri clienti. E’ stato il punto di svolta.

Quello che da da pensare è: ci sono davvero delle capacità che permettono di introdurre il tuo business nel mercato internazionale, penetrando tanto bene da conquistarlo?

La risposta è nella domanda. Dunque la prima skill per posizionarsi in un mercato internazionale è:

Smart Risk-Taking

Accedere a questo tipo di mercato è già di per se un grosso rischio. Quindi: o sai cosa stai facendo o ti piace rischiare e basta.

O entrambe, contemporaneamente.

Si, è una capacità che esiste quella di prendersi dei rischi in maniera intelligente e Shell, come marchio petrolifero, ne è la prova.

Quando nel 1833 Marcus Samuel, fondatore della Shell venne a sapere delle riserve in Azerbaijan vide subito la chance di far crescere il proprio business, se lo fossero venuti a sapere i grandi distributori come Rockfeller lo avrebbero di certo ostacolato, ma decise di prendere una decisione. Spedì il petrolio attraverso il canale di Suez alla rinfusa, che all’epoca non era il modo proprio di utilizzarlo, ma questa decisione cambiò radicalmente l’industria del petrolio, e Samuel portò Shell nel mercato globale.

Qual è la lezione? Nonostante il rischio sia, in fin dei conti, stato preso, fu calcolato nei minimi dettagli e in ogni mossa, e per farlo doveva conoscere perfettamente il mercato di riferimento.

Prendersi i rischi necessità di creatività. Si dovette arrangiare per trovare dei modi creativi di risolvere la situazione a suo vantaggio.

Il rischio, per definizione, deve avere un outcome maggiore della norma. Quindi le soluzioni vanno valutate non attraverso gli occhi del normale, ma a confronto: ponendo l’alternativa su un piano consequenziale e legando razionalmente le possibilità alle soluzioni e a quello che possono comportare sull’ambiente noto.

Detto questo la prossima puntata è già molto vicina, a presto.