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Fondazione Symbola: italiani nel Green New Deal

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 12 Aprile 2021

Il gruppo, presieduto da Ermete Realacci, ha compiuto uno studio che esalta la rilevanza delle aziende italiane nella lotta per la sostenibilità ambientale.

Symbola racconta che l’Italia sta vantando, grazie alle sue aziende che non hanno aspettato gli accordi europei per ruotare verso uno sviluppo dell’economia circolare, dei prodotti biologici, e nella sostenibilità, un primato nel contesto economico Green.

Il quadro che la fondazione dipinge è di speranza, “l’Italia in dieci Selfie”, questo il nome dello studio, verrà presentato oggi nella sala stampa estera di Roma, con la partecipazione di Marteen Van Aalderen, presidente Stampa Estera, Marina Sereni, viceministro Esteri, Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica.

Il mondo Green nell’esempio italiano

L’obiettivo dell’associazione è quello di mostrare i benefici della mission nazionale di rendere inclusiva l’economia in modo sostenibile. Partendo dall’economia circolare raccontano come in Italia siano stati raggiunti risultati doppi rispetto alla media europea. L’italia, secondo lo studio è stata e deve continuare ad essere un avamposto di quel tipo di economia a misura d’uomo, che favorisca l’inclusione e la collettiva creazione di valore, anche se in questo momento, come ha sottolineato e ricordato Draghi, non è in grado di leggere i propri punti di forza.

Ed ecco quindi i primati italiani: che per esempio hanno un leader nel settore, grazie ad Enel, delle energie rinnovabili, o della leadership nell’esportare prodotti green, che ha triplicato i suoi sforzi dal 2015 ad oggi. Poi, già più famoso, è il primato italiano nel design, con un settore di quasi 65 mila lavoratori, e un valore aggiunto di 3 miliardi di euro di Milano è la capitale. Ci sono inoltre primati nel saldo commerciale nella nautica e nell’arredo in legno. In agricoltura c’è un avanzamento nella sostenibilità con emissioni che sono la metà di Francia e Germania. Infine nel farmaceutico c’è una eccellenza seconda solo a quella tedesca, con uno scarto di soli 0.7 milioni di euro.

Un contributo enorme nel panorama europeo e mondiale che lascia presagire un ruolo che se capitalizzato può portare a una forte spinta di leadership nella trasformazione green post pandemica.