New Ways of Working

Flexible Working, Remote Working, Agile Working oppure Smart Working?

Andrea Solimene Pubblicato: 17 Novembre 2016

Smart Working
Che il mondo del lavoro sta cambiando, è innegabile. Esistono numerosi modi, frasi, espressioni utilizzate per descrivere i cambiamenti in atto: flexing working, remote working, agile working e smart working sono i più comuni utilizzati.

Ma come dobbiamo riferirci a questi nuovi e flessibili metodi di lavoro che si stanno evolvendo? Questo è l’interrogativo a cui molti non riescono a dare una risposta univoca. C’è tanta confusione e, se da una parte è causa di mal di pancia per molti puristi della terminologia, dall’altra è un bene perché parlarne significa che sempre più persone si stanno avvicinando a nuovi modi di lavorare.
Flexibility.co.uk, portale web specializzato nella condivisione di articoli, casi e iniziative legate ai nuovi modi di lavorare, dedica un articolo tratto dal prologo del libro Smart Flexibility: Moving Smart and Flexible Working from Theory to Practice, fonte di ispirazione per questo blogpost. Provo a fare un po’ di ordine.

Ma quindi Flexible Working, Remote Working, Agile Working oppure Smart Working?

Flexible Working

Flexible Working spesso viene accostato al concetto di lavoro che incontra le esigenze di work-life balance, equilibrio vita personale e vita professionale. E’ possibile individuare 3 aree del flexible working:

Remote Working

Remote Working non è altro che lavorare da remoto, ossia in qualunque luogo diverso dall’ufficio di un’azienda. Dunque da casa, dal coworking, dal parco, da Starbucks o qualsiasi altro luogo che abbia wi-fi. All’interno del concetto di Remote working possono rientrare anche espressioni quali mobile working o home working (in italiano si avvicina al telelavoro).

Il Remote working è particolarmente legato alla tecnologia in quanto si basa su modalità lavorative in cui il confronto e la comunicazione con colleghi e clienti avviene maggiormente attraverso piattaforme e applicativi online (es: Skype, Hangout e altre soluzioni di social collaboration come Slack, Hibox, Asana, …).

Agile Working

Il report 2014 elaborato dal CIPD (Chartered Institute of Personnel and Development) in associazione con The Agile Future Forum, descrive l’Agile Working come un insieme di pratiche che permettono alle organizzazioni di stabilire una forza lavoro ottimale e fornire i benefit generati da una sempre maggiore integrazione tra risorse e domanda di servizi, produttività incrementale e capacità di attrarre e talenti.
In altri termini si tende a ottimizzare il modo di lavorare enfatizzando la proattività, riducendo sprechi e garantendo maggiore agilità negli approcci lavorativi e nella gestione delle relazioni. L’Agile Working riflette anche l’approccio dell’Agile Project Management, ossia la metodologia agile di gestire i progetti che si fonda su 4 principi cardine (Beck et al 2001):

  • gli individui e le relazioni piuttosto che i processi e gli strumenti
  • il giusto software funzionante piuttosto che la documentazione
  • la collaborazione con il cliente piuttosto che la negoziazione dei contratti
  • la reattività al cambiamento piuttosto che il rispettare un piano

Agile o lean? Altra bella domanda. La differenza è molto sottile. Potrei dire che l’approccio agile è di derivazione da quello lean che ha origine in Giappone e come modello applicativo il Toyota Production System (TPS), noto anche come lean production o lean manufactoring. La metodologia Agile è molto più legata agli aspetti tecnologici (al software) mentre la metodologia lean più agli aspetti culturali e di processo. Entrambi perseguono l’obiettivo di rendere snello il modo di lavorare. Lascio alla dottrina ulteriori approfondimenti.

Smart Working

Lo Smart Working è un concetto strettamente collegato all’Agile working, ma più completo. il CIPD lo definisce così:
an approach to organising work that aims to drive greater efficiency and effectiveness in achieving job outcomes through a combination of flexibility, autonomy and collaboration, in parallel with optimising tools and working environments for employees’ (CIPD 2008).

Lo Smart Working combina i concetti sopra descritti in quanto esprime un nuovo approccio lavorativo che integra tre dimensioni: comportamenti e cultura organizzativa, tecnologie e spazi di lavoro.
Lo Smart Working si fonda su una concezione diversa del modo di concepire il lavoro: l’ufficio diventa un luogo d’incontro, le tecnologie devono facilitare la collaborazione e pertanto devono garantire massima flessibilità e mobilità, le persone devono essere responsabilizzate e gestite per obiettivi attraverso un rapporto fiduciario tra colleghi e con manager per agevolare produttività e benessere. Per scoprire di più sullo Smart Working ti consiglio di scaricare gratuitamente qui l’ebook “The Smart Working Book”, il primo ebook sullo Smart Working.
Ancora confusione? La nomenclatura è importante, ma ciò che più conta è l’applicazione di queste soluzioni. Se non sai da dove partire, scrivimi pure e resta aggiornato seguendo la community LinkedIn dedicata allo Smart Working.