Corporate Innovation

Greenwashing – Lupi vestiti da Ambiente

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 24 Marzo 2021

Dagli anni Novanta ad oggi, è diventato sempre più evidente che molte aziende hanno avuto problemi a prevenire, o molto più spesso si sono disinteressate, alle loro pratiche che mancano di sostenibilità. Di conseguenza molti investitori privati ed istituzionali hanno fatto in modo di favorire sempre di più l’ecosostenibilità e il rispetto per l’ambiente, premiando quelle aziende in grado di ridurre il loro impatto sull’ecosistema. Per contro è così nata una delle pratiche più meschine e rischiose del 21 secolo. Il Greenwashing.

Greenwashing – In cosa consiste?

Dato l’approccio degli investitori, il Greenwashing consiste in una serie di pratiche, che vengono chiamate così perché forniscono una propaganda illusoria che promuove la percezione di una compagnia, dei suoi prodotti e obiettivi, come amica dell’ambiente e sostenibile, per trarre profitto da quelle che sono delle preferenze rilevanti da parte di consumatori e investitori.

Casi eclatanti nel corso della storia aziendale degli ultimi anni sono stati in particolar modo gli acquisti delle certificazioni sulle emissioni di carbone senza che queste venissero ridotte, o il ricollocamento di attività inquinanti in paesi dove le leggi ambientali sono molto più permissive, questo a fronte certamente di dichiarazioni, di certo basate sul vero, ma certamente disoneste allo stesso modo.

Molte aziende inoltre continuano imperterrite a listarsi tra le fautrici di programmi di sostenibilità, attivismo e programmi di protezione, lasciando fondamentalmente inalterati i processi aziendali che veramente causano danno ambientale per profitto.

Questa pratica va fermamente abolita perché a lungo andare causa una radicalizzazione nella ricezione dei consumatori che andranno a pensare sempre di più che tutti quelli che si schierano a favore dell’ambiente stiano mentendo, chiunque tra industrie, competitors e autorità non si sentirà sicuro dell’operato del prossimo e questo rischia di far cadere la comunità in una spirale discendente in cui tutti andranno a comportarsi nello stesso modo per tutelare i propri interessi.

Questa pratica non solo lede alla produzione e ai consumatori, lede a tutti, dal primo amministratore delegato, all’ultima foglia in vita dopo un disboscamento, e questo non è più ammissibile.

È ora di prendere una posizione.