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Esistono limiti al work life balance?

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 15 Luglio 2016

Work Life Balance

Il concetto di work life balance, ossia del modo in cui ogni individuo ordina la propria vita secondo priorità legate al lavoro (carriera e ambizioni professionali) e allo stile di vita (salute, famiglia, divertimenti, ecc.), si è diffuso a partire dagli anni 80 negli Stati Uniti e ha ormai raggiunto una diffusione globale. Con le dovute differenze per singolo Paese, legate perlopiù alla cultura del lavoro e della propria vita personale, il work life balance è diventato a tutti gli effetti un criterio fondamentale nella valutazione del lavoro.
Un punto di vista interessante legato alle problematiche proprie del work life balance (che principalmente riguarda l’abilità nel saper impiegare il tempo della propria giornata per soddisfare le proprie esigenze di vita) è fornito dalla Teoria dei 4 fornelli. Funziona così:
Immaginiamo che la nostra vita sia rappresentata da una cucina con 4 fornelli. Ogni fornello simbolizza un quadrante fondamentale della vostra vita:

  1. La Famiglia
  2. Gli Amici
  3. La Salute
  4. Il Lavoro

La Teoria dei 4 fornelli dice che “per avere successo nella vita bisogna spegnere un fornello. E se si vuole avere ancora più successo bisogna spegnerne due.”
Credo che, come me, la reazione in chi legge sia quella di pensare a trovare un modo per bypassare la teoria: posso tenerli accesi tutti e avere successo? Forse riesco a combinare due dei fornelli (amici e famiglia, ad esempio) in modo tale da averne tre e tutti accesi… Oppure posso combinare lavoro e salute? Stare seduti sulla sedia tutto il giorno non è salutare: e se comprassi una scrivania che mi permette di lavorare in piedi?
Ovviamente non funziona così. Inventare sotterfugi del genere è solo un modo per nascondere la realtà, cioè che la vita è piena di compromessi. Se si vuole eccellere nel lavoro e nel matrimonio, forse la salute ne risentirà e si dovrà rinunciare agli amici. Se si vuole essere in salute ed essere un bravo genitore, si potrebbe essere forzati a trascurare le ambizioni professionali. Forse, la cosa che farebbe la maggior parte delle persone è quella di dividere il tempo equamente tra i quattro fornelli, accettando però che non si raggiungerà mai il pieno potenziale in nessuno di essi.
Quindi siamo costretti a scegliere? Una vita che sia sbilanciata, ma estremamente soddisfacente in una certa area, oppure una vita bilanciata, ma il cui potenziale rimane poco sfruttato?
Forse non saremo costretti ad usare una delle due alternative. Vediamo 3 modi di affrontare la questione.

Outsourcing

Spesso affidiamo aspetti della nostra vita ad altre persone (mangiamo fast food per non cucinare, ad esempio), il che ci permette di risparmiare tempo e impiegarlo in altre cose. Si può applicare altrettanto ad uno dei 4 fornelli? Pensiamo al lavoro, il più “caldo” dei fornelli, dove spendiamo la maggior parte del tempo: gli imprenditori affidano parte del loro lavoro ai dipendenti, assumendoli. Oppure pensiamo ai genitori, “forzati” dal proprio lavoro a lasciare i propri figli alle cure di qualcun altro (nonni, babysitter, ecc.). Il vantaggio di questa forma di “outsourcing” di aspetti della propria vita è che si può mantenere il fornello attivo senza spenderci tempo sopra. Purtroppo però, ci si rimuove dal gioco: quanti imprenditori vorrebbero tenere il lavoro nelle loro mani, e quanti genitori sono scontenti di doversi separare dai figli? Questa soluzione mantiene i fornelli accesi, ma forse non ne vale la pena.
Personalmente non credo molto in questa soluzione.

Sfruttare i limiti

Una delle cose forse più frustranti di questa teoria è che mette in luce il potenziale individuale non sfruttato. Se solo avessi più tempo, potrei fare più soldi o allenarmi o avere più momenti a casa… Un modo di gestire questo problema è quello di spostare il focus verso la massimizzazione del tempo che si ha a disposizione. In altre parole si sfruttano gli impedimenti, chiedendosi “a partire da determinate costrizioni (temporali, spaziali, ecc.), come posso diventare il più efficiente possibile?”. Per esempio:

Queste domande costringono a focalizzarsi su un risultato positivo (ottenere il massimo dalla situazione contingente) piuttosto che negativo (essere preoccupati o lamentarsi di non avere mai tempo a sufficienza).
Questa soluzione mi piace di più.

Le stagioni della vita

Un terzo modo di gestire i fornelli consiste nel considerare la propria vita composta da periodi stagionali. In pratica: e se invece di ricercare la perfezione nel work life balance di tutti i giorni dividessimo la nostra vita in stagioni focalizzate in un’area specifica?
Effettivamente, l’importanza dei fornelli può cambiare durante la propria vita. Di solito fino ai 30 anni non si hanno figli, e può quindi essere più facile focalizzarsi sugli allenamenti e sulla carriera. I fornelli di Salute e Lavoro sono a fiamma alta. Qualche anno più tardi magari si crea una famiglia, il cui fornello aumenta di potenza a discapito magari degli allenamenti. Più tardi ancora potrebbero riaffacciarsi amicizie storiche, i figli acquisiscono maggiore indipendenza e si tira fuori dal cassetto quella idea geniale che era stata lasciata in secondo piano.
E’ raro che la vita ti permetta di tenere tutti e quattro i fornelli accesi, ma questo non vuol dire che bisogna rinunciare. Forse bisogna solo sfruttare la stagione giusta. Si può fare tutto, forse non tutto insieme.
Questa soluzione è la mia preferita.
La Teoria dei quattro fornelli rivela una incongruenza che ci coinvolge tutti: a nessuno piace sentirsi dire che non si può avere tutto dalla vita, ma tutti ci lamentiamo che non abbiamo abbastanza tempo.
Voi in quale stagione siete?
Articolo di Alberto Rossini -> Profilo linkedin