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Imprenditori Italiani: Enrico Mattei – La perforante certezza della convinzione

Riccardo Malaspina Pubblicato: 3 Dicembre 2020

enrico mattei

La storia che vuole essere raccontata, al netto di una ricostruzione storica sintetica e a tratti laconica, ha come protagonista un giovane nato ad Acqualagna (provincia di Urbino), e che come nella migliore tradizione dei romanzi di formazione intraprende un lungo viaggio fino a diventare il presidente dell’Ente Nazionale Idrocarburi. Il nome di questo giovane è Enrico Mattei; quello che però di più sorprende è che il romanzo in questione non sia per niente lontano dalla realtà.

Enrico Mattei: breve excursus di vita

enrico mattei

Enrico Mattei


Nasce nel 1906, nelle Marche, e nella sua vita fu, oltre che funzionario pubblico per l’Agip, partigiano ed esponente bianco della resistenza durante la guerra mondiale.
Come commissario liquidatore dell’ente statale per l’estrazione del petrolio si oppose fermamente alle ritrosie politiche sia esterne alla democrazia cristiana, che interne, e decise di attuare un piano atto a risollevarne le sorti, trovandovi grandi potenzialità, nonostante il contesto astringente del dopoguerra ne volesse semplicemente la chiusura.
Del resto, si è trovato a riqualificare un vecchio ente Fascista che doveva essere dismesso nel minor tempo possibile e nonostante questo, riuscì a trovare delle motivazioni inattaccabili per trasformarlo nel 1953 e fondare l’Eni.
Storia vuole che Indro Montanelli raccontasse di lui come un uomo con la grande qualità della convinzione. Era inamovibile perché credeva così fermamente che avrebbe avuto successo, che anche gli altri lo seguivano senza remore, e che chi invece ne aveva, sempre a detta del Montanelli che tutti conosciamo, sentiva come una specie di rimorso nel dissentire.
Il secondo elemento del suo successo nel campo pubblico era l’appoggio di forti esponenti della democrazia cristiana, che supportò il progetto di trivellazione esplorativa nella pianura padana. Questo, trovando dei giacimenti di metano di grandezza quasi inconcepibile (12 miliardi di metri cubi di tonnellate) segnò il punto di svolta verso il nuovo ente pubblico infrangendo ogni resistenza.
Da qui il processo romanzesco decolla totalmente.

L’emancipazione energetica italiana come fulcro della ripresa del dopoguerra

Quello che Mattei fece, fu mettere in mani sicure, pubbliche e italiane una fonte di energia a basso costo e senza la giurisdizione angloamericana, e al contempo fornì una infrastruttura in grado di rendere l’italia un paese moderno e industrializzato.
Nel processo di sviluppo dell’ENI, infatti, Mattei impiegò ingenti risorse non solo nella ricerca chimica, ma soprattutto nella produzione metalmeccanica e nella costituzione di una fitta rete di gasdotti, distributori, autostrade.
Il vero punto di svolta però arriva quando la società inizia a tessere relazioni con i paesi in via di sviluppo per la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi, in cambio di progetti di implementazione in loco di oleodotti e raffinerie.
Una tipologia di accordo economico che ad oggi porta il nome di Formula Mattei, e che consiste in una spartizione del profitto al 75% al paese produttore piuttosto che il 50% come pretendevano le Sette sorelle, fornendo un trattamento egualitario verso lo stato di arrivo che poteva a sua volta sviluppare una sua economia (di questo 75% il 50 andava allo stato e il 25% all’azienda impiegata nella produzione locale).
Oltre ad essere un modello rivoluzionario in campo economico però, e soprattutto in grado di fornire autonomia energetica all’italia, diventava problematico nell’equilibrio degli interessi internazionali, nella fattispecie andava a minacciare il monopolio delle sette grandi aziende del petrolio mondiale, che portarono a diversi attriti storicamente rilevanti con la società italiana.
Nel 1962 in circostanze misteriose Mattei muore in un incidente aereo a Bascapè in provincia di Pavia.
Per l’autonomia in campo energetico, l’azienda dopo la morte del suo presidente adottò politiche radicalmente diverse che non andassero a cercare l’estrazione, ma che stipulassero contratti per forniture di greggio.

Enrico Mattei

Enrico Mattei nella Torre di Controllo


Si optò per la via del compromesso con le altre grandi del Petrolio.

Eni oggi: eredità e progresso

Dopo essersi fatta garante dei lavoratori negli anni settanta durante la crisi petrolifera, e dopo aver costruito gasdotti con Unione sovietica e Paesi Bassi, Eni fu infine costretta a privatizzare e cedere alcuni settori in perdita netta per sopravvivere, toccò il suo punto più basso negli anni novanta con lo scandalo della tangente Enimont, ossia la creazione di fondi neri per finanziare partiti politici poco prima della della sua quotazione in Borsa a Milano.
Dagli anni 2000 in poi però l’engagement della società per la sostenibilità ambientale e sociale muta radicalmente e ritornano gli interessi dell’epoca d’oro di Mattei.
Se da una parte l’investimento nel rinnovabile e nelle fonti di energia alternative è stato colossale e ha impattato radicalmente il territorio, il miglior termine di paragone con il retaggio di Mattei per l’imprenditoria, e che nella fattispecie ci fa capire la sua importanza nel modo moderno di fare business sostenibile, è la questione della responsabilità sociale che sublima con la fondazione da parte di Eni Joule.
Joule è il progetto di Eni per aiutare l’imprenditoria nell’economia circolare, un percorso di formazione per favorire lo sviluppo di nuovi manager su temi che già erano cari a Mattei, ma che ad oggi non sono mai stati così attuali. Prima di tutto lo sviluppo collettivo, la crescita per il benessere sociale. E la presa di responsabilità globale e globalizzata.
Pensi che la sua eredità culturale possa essere ripresa dai manager moderni?
Se vuoi scoprire meglio cos’è Eni Joule, lo spiegano Sarah Mespah ed Ileana Bernardi in questa Video Spremuta.


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