Startup & Entrepreneurship

L'Ecosistema italiano delle startup, In My Humble Opinion

Giovanni Tufani Pubblicato: 5 Febbraio 2016

ecosistema italiano startup

Sono oltre 4 anni che mi sono approcciato al mondo delle cosiddette startup.
Per evitare incomprensioni, la definizione di startup per me più rappresentativa è quella che ci fornisce Eric Ries nel suo libro “The Lean Startup” all’interno del quale viene rappresentata come:

A human institution designed to create new products and services under conditions of extreme uncertainty.

 
Questo fenomeno che ha avuto il suo epicentro in Silicon Valley si sta espandendo a macchia d’olio in tutto il globo. Per questo penso che sia arrivato il momento di fare un mio bilancio personale su quest’universo che finalmente si sta affermando anche in Italia.
Per scattare una foto sull’ecosistema italiano, utilizzerò una matrice Swot, all’interno della quale saranno valutati i punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce.
Sperando di non urtare la sensibilità di nessuno con i miei giudizi, riporto alcuni spunti per far si che coloro che sono al centro di questo ecosistema possano utilizzarli al fine di prendere le adeguate decisioni per far crescere questo mondo.

I punti di forza dell’ecosistema italiano delle startup

Rinascita imprenditoriale: Il mondo delle startup (in combinato disposto con la tremenda crisi economica degli ultimi anni) ha contribuito fortemente a risvegliare nelle persone e soprattutto nei giovani la voglia di fare impresa, di mettersi in gioco, di rischiare sulla propria pelle con il fine di migliorare la propria condizione e quello della collettività.

I Punti di debolezza dell’ecosistema italiano delle startup

Mancanza di verticalizzazione per settore: tutto il processo che coinvolge una startup, dall’accelerazione dell’idea, alla ricerca di clienti e fornitori, al funding fino ad arrivare all’exit sarebbe molto più efficiente se gli incubatori e i venture si specializzassero in specifici mercati o specifici settori, permettendo di sfruttare la massima pendenza della curva di esperienza.
Sindrome dell’Unicorno: Fare startup non è un gioco e non è un mondo avulso dal resto del business. Vedo parecchie buone idee fallire perché i founder sono colpiti da deliri di onnipotenza.
Ci sono frasi che devono essere cancellate dal vocabolario di coloro che vogliono creare una realtà di business scalabile, in via non esaustiva riporto quelle che ho sentito più spesso:
non ho nessun competitor, nessuno fa quello che faccio io, come lo faccio io“, “una parte del funding sarà destinata ad uno stipendio di 70k per il CEO“, “la mia richiesta è di 200.000 € per un 5% in fase di pre-seed, ma non ho ancora sviluppato il prodotto“.
Chi fa startup deve portare avanti il proprio progetto con decisione, ma deve sempre mantenere un low-profile e fare ogni giorno un bel bagno di umiltà.

Opportunità dell’ecosistema italiano delle startup

Evoluzione del business tradizionale: Gli approcci innovativi nati nel mondo startup (Metodo Lean, Metodo Scrum) sono entrati a far parte del linguaggio comune e si stanno piano piano traslando anche al mondo del business tradizionale.

Minacce dell’ecosistema italiano delle startup

Lobbismo:  l’ecosistema ha una gestione oligopolista, che non permette, e talvolta ostacola l’ingresso di nuove realtà.
Posso sembrare sicuramente populista, ma se mi permetto di esprimere un giudizio in questa direzione è perché in qualche modo per esperienza diretta o indiretta ho vissuto più di un episodio che ha fatto maturare in me questa consapevolezza.
Auspico che con un incremento dei fondi a disposizione delle startup (nel 2015 sono stati solo 130 milioni) questo potrà cambiare, ma ritengo che sarà necessario un apporto da parte di coloro che si occupano di business tradizionali, in quanto potranno portare un po’ di sano pragmatismo di cui la necessità si sente molto impellente.
Come potete ben vedere, al momento, prevalgono i punti critici. Se si vuole far si che l’ecosistema italiano delle startup diventi un importante volano per la nostra economia ci si dovrà concentrare con determinazione e umiltà, impegnando tempo in progetti, piani di crescita e formazione manageriale degli startupper.
Si potrebbero allocare in un maniera più efficiente le risorse e le energie disponibili, cercando di bilanciarle tra eventi di presentazione e di marketing, ma anche in azioni concrete di sviluppo e sostegno.