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Disinformation Dozen: 2/3 di Fake news sulla salute viene dagli stessi 12 profili

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 20 Maggio 2021

Disinformation Dozen

Uno studio americano esamina la Disinformation Dozen, quello che sembra il nome di un cattivo dei fumetti DC è in realtà un ristrettissimo gruppo di profili responsabile, nel mondo reale, di più di 2/3 del traffico della disinformazione sanitaria diffusa negli USA.

Per quanto gli sforzi dei Social Newtork siano stati enormi per contrastarli, i post di queste dodici persone hanno raggiunto comunque 29 milioni di utenti negli stati uniti.

Ad affermarlo è il rapporto delle no profit Center for Countering Digital Hate (Ccdh) e Anti-Vax Watch, basato sull’analisi di 812mila post pubblicati tra l’1 febbraio e il 16 marzo.

Della Disinformation Dozen fanno parte elementi della classe politica, medici famosi per le teorie cospirazionistiche, ed elementi affini per tematica e comunicazione.

Di cosa parlino nello specifico è importante, certo, ma il focus della questione è di quanto lo sia invece prendere coscienza di quanto diffondere disinformazione sia un processo profittevole e “interessato”.

Interesse e regolamentazione nell’informazione digitale

La retorica alla base della disinformazione, quella del “vogliono guadagnare sulle nostre vite” ed è importante mostrare quanto nasconda, di norma, un interesse analogo.

I 12 profili e quelli delle loro organizzazioni, sono responsabili del 65% dei post cospirazionisti, che solo nel mese di aprile sono stati visti e condivisi 29 milioni di volte. Molti dei contenuti no vax condivisi sui social, ha mostrato l’analisi, anche se non partono direttamente dai ’12’, sono comunque derivati dal loro materiale.

Ciò che c’è di preoccupante è che molti dei post del gruppo riescano ancora a bypassare il barrage fornito dalle policies dei colossi social e continua a rimare alto nei trend di diffusione tramite la rete della “controinformazione”.

L’utilizzo delle dinamiche sociali del web continua ad essere uno dei Concern più problematici della regolamentazione all’attività giornalistica ed informativa digitale, e non c’è giorno che passa che non nascano nuovi episodi gravi provenienti direttamente da questa inadeguatezza.

Per una lettura un po’ più densa, ecco un articolo sulle Fake News nello specifico, che tratta un po’ più nel particolare il processo sociologico alla base della diffusione e che potete trovare qui.