Corporate Innovation

Deliveroo – Abbandonata dagli investitori

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 26 Marzo 2021

Sempre un più gran numero di aziende di finanziamento sta abbandonando Deliveroo e si rifiuta di acquistarne le azioni a causa della controversia, più che legittima, che sta nascendo dai lavoratori che cercano di far valere i loro diritti. Se in Italia le accuse di caporalato sono all’ordine del giorno, la scossa più forte sta venendo dalle case d’investimento britanniche, infatti, sebbene Deliveroo fosse stata valutata otto miliardi di dollari, sta avendo difficoltà con BMO Global, CCLA, Aberdeen Standard e Aviva che non possono accettare la condizione a cui sono sottoposti i Riders.

Il nocciolo della diatriba

Deliveoo a queste accuse risponde che i Riders hanno la libertà di scegliersi il loro orario, e che sono self-employed, il che significa che non hanno diritto al salario minimo, paga da malattia o vacanze.

Che si traduce, con il linguaggio di tutti i giorni in: “puoi sempre fare un altro lavoro” e nella risposta “ho fatto application per questo lavoro perché sono motivato, sai ho la passione per non voler morire di fame”.

La risposta di Deliveroo in sé, come sua la politica aziendale, sono state considerate delle red flag di una condotta sbagliata e con cui nessuna altra grande azienda avrebbe voluto aver a che fare a livello lavorativo: Andrew Millington, capo di Aberdeen Standard ha dichiarato – “non siamo sicuri che il modo in cui la forza lavoro è impiegata sia sostenibile”

La compagnia di Millingon è famosa per entrare a far parte del processo decisionale delle aziende in cui investe, in modo da avere una resa etica ed economica dai suoi fondi, ma in questo caso il CEO ha dichiarato che: “disinvestire, o non investire affatto in primo luogo è la nostra unica opzione”. (Ed è anche la migliore).
Inoltre, ha anche sostenuto che sarà particolarmente difficile per la ex startup attirare investitori se non farà alcun progresso sui diritti dei lavoratori.

Che sia per immagine, etica o denaro non importa. Un primo passo è stato fatto. Sarà uno di tanti o si fermerà entro breve? Il cammino verso una valorizzazione dei lavoratori potrà compiersi davvero?