Startup & Entrepreneurship

7 metodi per finanziare una startup

Edoardo Marcis Pubblicato: 2 Settembre 2022

finanziare una startup

Inutile girarci intorno, quando si parla di innovazione e in particolar modo di startup, l’argomento principe è sempre uno: come faccio a finanziare una startup e trasformare in realtà aziendale un’idea innovativa. 

Il problema dei soldi è un problema che emerge a più riprese nei diversi momenti del ciclo di vita di una startup. 

Se, nelle fasi iniziali, i founder si trovano in difficoltà perché non dispongono di capitali personali da destinare alla validazione dell’idea nelle fasi più avanzate, l’assenza di budget comporta difficoltà nell’ampliare il team, migliorare il prodotto e la strategia di marketing e, di conseguenza, scalare il business. 

Tuttavia, se l’assenza di fondi può essere un problema per la crescita di una startup, anche avere a disposizione una quantità di fondi troppo elevata rispetto alla fase di sviluppo in cui si trova un progetto potrebbe essere un problema.

Prima di capire come fare a finanziare una startup, è necessario comprendere quale sia il livello di maturità del progetto. Questo è fondamentale perché presentarsi agli investitori con un timing errato equivale a bruciarsi delle opportunità, in quanto potrebbero addirittura non vedere di buon occhio il team e il prodotto.

Il ciclo di vita di una startup è scandito da momenti chiamati pre-seed, seed, early stage, maturity e public. A ognuna di queste fasi corrispondono determinate caratteristiche della startup e specifici target di investitori ai quali rivolgersi.

Come finanziare una startup

Il primo step nel ciclo di vita di una startup è il pre-seed. In questa fase, i founder si trovano a dover validare la propria idea alla ricerca del problem/solution fit e a realizzare un MVP

finanziare una startup

Durante questa fase, le startup possono reperire fondi per mezzo di:

Finanziare una startup in fase di upscaling

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All’avanzare del progetto cambia anche la tipologia di investitori che possono supportare finanziariamente le startup. 

Quando il progetto inizia ad avere una certa credibilità sul mercato, il team è consolidato e i numeri, in termini di clienti e revenue, a farsi interessanti, è spesso necessario avviare ulteriori azioni di fund raising per affrontare la fase di scaling.

Gli attori finanziari che entrano in partita in questa fase del gioco sono società di crowdfunding e fondi di venture capital (VC).

Il principale vantaggio del ricevere investimenti da parte dei fondi è da ricondursi alle grosse quantità di capitali di cui dispongono. Tuttavia, essendo la loro attività di investimento per conto dei clienti, hanno spesso dei parametri di ingresso molto stringenti, che non sempre le startup sono in grado di rispettare.

Quando il progetto è diventato maturo, solitamente si susseguono una serie di ulteriori due o tre round che coinvolgono fondi di venture capital e, successivamente, fondi di private equity (hanno la stessa struttura dei VC, ma sono tendenzialmente più avversi al rischio), prima di arrivare a una eventuale quotazione in borsa oppure a una exit totale da parte dei founder originari. 

Open Innovation: un’opportunità sempre più grande

Infine, un’ulteriore strada per finanziare una startup è quella dell’open innovation. Come? 

Attraverso la strada dell’open innovation, le startup hanno la possibilità di mettersi in gioco collaborando con le corporate e le PMI già affermate sul mercato. In questo modo possono sfruttare il know-how e il network del partner e testare sul mercato il proprio prodotto conservando la propria equity share ed evitando di ricorrere a un indebitamento eccessivo.

Se vuoi saperne di più sul modello dell’Open Innovation, ti consiglio di leggere anche Open Innovation in Italia: macrotrend per startup e PMI.