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Cisco: carenza chip durerà ancora sei mesi

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 27 Aprile 2021

Il direttore del gigante del networking Cisco ha dichiarato che la carenza dei chip per dispositivi elettronici durerà ancora per la maggior parte dell’anno.

Molte aziende si sono trovate con ritardi di produzione a causa della mancanza di semiconduttori, nata con la pandemia ma esacerbata da altri fattori.

Chuck Robbins, di Cisco spiega alla BBC: “Pensiamo che ci vorranno almeno altri sei mesi per per superare questa fase”, e poi “i fornitori stanno sviluppando molta più capacità. Andrà meglio nel prossimo anno/anno e mezzo”; e infine afferma: “L’espansione della capacità produttiva sarà cruciale per lo sviluppo tecnologico, incluso 5g, cloud computing, internet of things e IA.  Ora come ora è un grande problema, perché i semiconduttori, virtualmente sono ovunque”.

Una trasformazione inattesa

La domanda instabile è la ragione per la quale la produzione Intel ha annunciato un piano di espansione da venti miliardi di dollari, inclusi due nuovi stabilimenti in arizona, secondo le analisi di Cisco.

Una richiesta del genere probabilmente è del 25% più alta rispetto alle previsioni di chiunque nel mercato, ma nonostante gli squilibri con l’offerta, e nonostante il conseguente collo di bottiglia, il prezzo delle azioni fortunatamente non sta calando, perché gli investitori sono orientati verso crescite a lungo termine per i loro prodotti.

Il fenomeno di scarsità si è inasprito particolarmente a causa della pandemia. All’inizio dello stato di emergenza, infatti, molte aziende hanno tagliato gli ordini per i chip, pensando che la domanda sarebbe drasticamente crollata. Questo ha condizionato i produttori a ridurre la capacità produttiva, tuttavia la domanda, senza nessun preavviso, è schizzata alle stelle.

I problemi si sono poi resi gravi a causa di danneggiamenti ad una fabbrica di semiconduttori e variabili climatiche imprevedibili.

I due fattori combinati, hanno portato un cambio generazionale senza precedenti nell’industria. Per le grandi aziende il campanello d’allarme si è tradotto infatti in un overordering delle componenti per garantirsi un inventario che non li facesse rimanere nuovamente colti in fallo, ne consegue che la situazione sia diventata ancor meno sostenibile.

Solo negli ultimi recenti sviluppi la situazione sta iniziando definitivamente a sbrogliarsi, ma la strada per una totale ripresa per il settore è ancora molto lunga.