New Ways of Working

Riprogettare i CCNL in ottica Smart Working

Giovanni Tufani Pubblicato: 28 Ottobre 2015

Smart Working, Lavoro Agile

L’acronimo CCNL sta per contratto collettivo nazionale del lavoro ed è un accordo stipulato a livello nazionale tra le organizzazioni rappresentanti dei lavoratori dipendenti e i loro datori di lavoro.
In questo documento vengono disciplinate tutte le regole inerenti i rapporti del lavoro (differenziati per tipologia e settore).

Se si vuol far si che lo Smart Working venga applicato nella pratica in azienda e non resti solo una bella filosofia di business, è necessario che esso venga contemplato all’interno del CCNL, e che ne venga disciplinata la sua applicazione.

I paradigmi alla base dello Smart Working sono:

  1. Orario di lavoro flessibile, parametrato agli obiettivi e non ad un ammontare fisso di ore;
  2. Luogo di lavoro flessibile, variabile e tale da raggiungere la maggior produttività;
  3. Fiducia al lavoratore, e valutazione del suo operato sulla base degli obiettivi raggiunti.

Al momento nei CCNL, l’orario e il luogo di lavoro sono trattati in maniera tradizionale, salvo che per le normativa sul telelavoro che però, come ribadito in altri articoli, è ben lontano dallo Smart Working.

Sicuramente nel legislatore esiste la paura per cui, l’eliminazione di alcuni limiti e l’introduzione della filosofia del lavoro agile, possa essere oggetto di abuso da parte di datori di lavoro e di lavoratori (un po’ come accade con i contratti di stage e con quelli di apprendistato).

A mio avviso andrebbe inserito nel contratto di lavoro (soprattutto in quello del terziario) un capitolo rubricato “Lavoro agile” all’interno del quale disciplinare il rapporto.
I punti salienti da inserire sarebbero:

  1. Eliminazione dell’orario di lavoro: a fronte di questo il datore di lavoro dovrebbe predisporre una piattaforma tecnologica (di proprietà o di terze parti) nella quale inserire, a cadenza mensile, gli obiettivi e i task del lavoratore. Questo strumento permetterà alle autorità e ai sindacati di monitorare la corretta applicazione della filosofia Smart Working e, soprattutto, sarà per il lavoratore una garanzia di trasparenza;
  2. Eliminazione dell’obbligo di svolgere l’attività nella sede dell’azienda;
  3. Componente retributiva suddivisa in due parti: una fissa e una variabile legata alla produttività e agli obiettivi aziendali e personali, che andranno anch’essi definiti e aggiornati all’interno della piattaforma tecnologica.

Per incentivare l’utilizzo di questa forma di lavoro, si potrebbero prevedere sia per le aziende che per i lavoratori degli sgravi fiscali in quanto, l’introduzione del lavoro agile, contribuisce al benessere collettivo, riducendo le emissioni inquinanti, aumentando il work life balance, e permettendo alle aziende di ottenere importanti risparmi di spesa sulla gestione delle strutture e sulle retribuzioni (buoni pasto).