New Ways of Working
L’acronimo CCNL sta per contratto collettivo nazionale del lavoro ed è un accordo stipulato a livello nazionale tra le organizzazioni rappresentanti dei lavoratori dipendenti e i loro datori di lavoro.
In questo documento vengono disciplinate tutte le regole inerenti i rapporti del lavoro (differenziati per tipologia e settore).
Se si vuol far si che lo Smart Working venga applicato nella pratica in azienda e non resti solo una bella filosofia di business, è necessario che esso venga contemplato all’interno del CCNL, e che ne venga disciplinata la sua applicazione.
I paradigmi alla base dello Smart Working sono:
Al momento nei CCNL, l’orario e il luogo di lavoro sono trattati in maniera tradizionale, salvo che per le normativa sul telelavoro che però, come ribadito in altri articoli, è ben lontano dallo Smart Working.
Sicuramente nel legislatore esiste la paura per cui, l’eliminazione di alcuni limiti e l’introduzione della filosofia del lavoro agile, possa essere oggetto di abuso da parte di datori di lavoro e di lavoratori (un po’ come accade con i contratti di stage e con quelli di apprendistato).
A mio avviso andrebbe inserito nel contratto di lavoro (soprattutto in quello del terziario) un capitolo rubricato “Lavoro agile” all’interno del quale disciplinare il rapporto.
I punti salienti da inserire sarebbero:
Per incentivare l’utilizzo di questa forma di lavoro, si potrebbero prevedere sia per le aziende che per i lavoratori degli sgravi fiscali in quanto, l’introduzione del lavoro agile, contribuisce al benessere collettivo, riducendo le emissioni inquinanti, aumentando il work life balance, e permettendo alle aziende di ottenere importanti risparmi di spesa sulla gestione delle strutture e sulle retribuzioni (buoni pasto).