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Cambiamo tutto! Sul serio!

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“Parafransando un antico proverbio africano, il momento migliore per cambiare l’Italia era tanto tempo fa. Ma se non l’abbiamo ancora fatto, il momento migliore è adesso. La strada è una sola. Si chiama innovazione senza permesso.” Così Riccardo Luna, ex Direttore dell’edizione italiana di Wired e attuale Direttore di Chefuturo! e Startupitalia! (oltre a tante altre cose, vedi il suo blog), chiude il suo libro “Cambiamo Tutto“, chiaro manifesto per la ripartenza sociale ed economica dell’Italia.

(dal discorso di Barack Obama del 2 ottobre 2008, giorno della commemorazione di Mahatma Gandhi)

Cambiamo Tutto! La rivoluzione degli innovatori. Un libro appassionante e coinvolgente, a tratti irritante letto in meno di 24 ore e che mi ha accompagnato nel viaggio di a/r da Milano e Nizza. Perchè appassionante, coinvolgente e irritante? Andiamo con ordine.
Appassionante. Si parla di un fenomeno attuale che si sta diffondendo. Per alcuni – i più distratti e dormienti – nuovo, per altri – i precursori e sostenitori – crescente. Un fenomeno basato sulla voglia di fare, cambiare e innovare. Un fenomeno che si connota per passione, intraprendenza, collaborazione, trasparenza, dedizione. Aspetti tipici di quello che identifichiamo come uno startupper (il futuro imprenditore, vedi qui) o un maker (il futuro inventore, vedi anche qui). Due figure che sicuramente hanno sulle spalle l’arduo compito di far ripartire il nostro Paese. Due figure che non possono aspettare. Hanno fretta. L’innovazione ha fretta. Riccardo Luna scrive: “le idee innovative sono nell’aria (…) vince chi arriva prima a realizzarle (…) l’innovazione è una gara di atletica, non una caccia al tesoro senza la mappa.” Perchè non dare spazio e voce a startupper e maker? (piccola osservazione: entrambi creano valore per il puro gusto di realizzare prodotti che trasformino in meglio la vita di molte persone). È una questione di passione.
Coinvolgente. Perchè sono raccontate storie reali ed esperienze di persone che, spinte dalla sola voglia di fare e cambiare, hanno realizzato progetti di cui l’Italia dovrebbe vantarsene ogni giorno e promuovere su tutto il territorio nazionale e internazionale. Si pensi al progetto “Bookinprogress” avviato dal più giovane dirigente scolastico italiano – dal 2007 all’Istituto Tecnico Industriale di Brindisi “Ettore Majorana” – Salvatore Giuliano, per promuovere lo spirito collaborativo tra docenti e studenti e innovare l’insegnamento. Cos’è in breve “Bookinprogress“? I docenti, con la partecipazione degli studenti durante l’anno scolastico, scrivono i libri di testo in pieno “stile Wikipedia”. Un progetto rischioso perchè contro l’istituzione del manuale di testo firmato da illustri esperti ma allo stesso tempo ambizioso per due motivi: a) sollecitare i docenti ad assumere un ruolo più attivo nell’istruzione; b) far risparmiare alle famiglie il costo sostenuto ogni anno per l’acquisto dei libri (stimato per 350€). Proprio quest’ultima motivazione, nobile per di più, ha un obiettivo molto più elevato: garantire un pc ad ogni studente. Bookinprogress ora ha coinvolto anche altre realtà scolastiche. “È la scuola il luogo da dove partire per costruire un Paese migliore” afferma l’autore. Bisogna sfruttare la curiosità e l’intraprendenza dei ragazzi che difficilmente vengono assecondati da docenti oramai stufi di insegnare, stanchi della solita monotonia e condannati alla prigionia per via dell’allungamento dell’età pensionabile. Il progetto di Salvatore Giuliano è innovazione. Può essere rivoluzione. Perchè l’ultima grande riforma dell’istruzione risale al 1923 con Giovanni Gentile. Basta innovazione di facciata che va di moda e serve a guadagnare solo articoli in prima pagina. Serve altro!

Copertina del libro “Cambiamo tutto!” e l’autore Riccardo Luna

Irritante. Nel senso positivo. Ci sono molti aspetti, alquanto ridicoli, che fanno “irritare” i giovani, me in primis quando ho letto alcune pagine: bandi e concorsi che fingono di promuovere l’innovazione ma servono solo ad assecondare interessi personali e politici, assenza di un piano strategico per la banda larga e soldi (tanti) sprecati per impianti e progetti morti ancor prima di nascere, per non parlare della mancanza di un governo capace di comprendere le esigenze attuali. Nel 2012, l’età media delle 24 persone nominate dal governo per incarichi pubblici è stata di 63 anni. Stefano Quintarelli, imprenditore e informatico prestato alla politica,  che ha analizzato i dati ha concluso: “Si può dire che in Italia la vera vita inizia a 55 anni, prima sei un giovane che deve aspettare il suo turno”. Purtroppo l’Italia ha un rapporto problematico con l’innovazione per via dell’età media molto alta. Significa che le menti giovani e curiose delle nuove generazioni sono praticamente inutili. Ma Internet ha fatto si che la conoscenza fosse a portata di tutti senza limiti. Numerosi sono i casi di ragazzi che, solo ed esclusivamente per pure passione e curiosità, scoprono e inventano nuove soluzioni per risolvere problemi che un 60enne non avrebbe mai risolto. Il motivo è semplice: non riesce a percepire nuove esigenze e problemi, appartiene a un’altra generazione. A tal proposito l’autore esclama: “un ragazzino di 13 anni ha lo stesso diritto di investigare il mondo di un professore universitario”. Aggiungo … Einstein disse: “Non ho nessun talento particolare, sono solo profondamente curioso”. Bene. Perchè la conoscenza deve essere solo nelle mani dei professori e non si sfrutta la curiosità dei ragazzini? È una questione di strumenti? Ci sono, bisogna renderli disponibili e accessibili.

Il libro, perfettamente in linea con vere “bibbie del cambiamento” come Wikinomics e Macrowikinomics (vedi anche qui), incita e promuove l’innovazione in tutti gli strati sociali. Un movimento di innovatori si sta diffondendo e sta cambiando le nostre vite: dal modo di fare impresa, al modo di creare e diffondere conoscenza attraverso la scuola, fino al definire nuove regole per la politica. Il mondo attorno a noi può cambiare in meglio grazie a tre parole chiave: trasparenza, partecipazione, collaborazione. Tutti hanno la possibilità di provarci e sono stanchi di un’Italia ferma da troppo tempo. Nonostante tutto c’è aria di ottimismo. Svegliati Italia! Cambiamo tutto!
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