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Blockchain e Criptovalute, cosa c’è di nuovo?

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 15 Maggio 2021

Blockchain e Criptovalute

Si parla molto di tecnologia Blockchain perché questa “novità” sta attirando l’attenzione di molte persone, anche se al riguardo la confusione tra criptovalute, bitcoin e via dicendo è ancora molta.

L’intento di oggi è quello di fare chiarezza al riguardo iniziando con una semplice domanda: a cosa serve questa tecnologia?

La Blockchain (tradotto letteralmente in catena di blocchi) è basata su una rete fatta nodi che consente di aggiornare in maniera univoca e sicura, un registro che contiene dati di diversa natura, come ad esempio quelli relativi alle transazioni. Altra particolarità di questa tecnologia è che non c’è bisogno di un’entità centrale di verifica.

Al centro di questa struttura c’è il concetto di Distributed Ledger, cioè un sistema basato su un registro distribuito che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Tutto questo avviene in assenza di un ente centrale, per cui tutti i nodi devono raggiungere un consenso per validare qualsiasi modifica fatta.

La vera rivoluzione nata da questa tecnologia è quella delle criptovalute. In realtà le sue potenzialità sono ancora molte e ancora tutte da esplorare e non solo in ambito finanziario, anche se al momento i principali utilizzi fanno tutti riferimento al mondo della finanza e dell’economia digitale.

In questa prospettiva non possiamo non pensare ai Bitcoin, rilasciati per la prima volta nel 2009 e diventati la prima criptovaluta ad utilizzare questa nuova tipologia di registro distribuito. Questa innovazione ha stimolato lo sviluppo di situazioni affini e basate sulla Blockchain, portandola ai livelli che oggi tutti conosciamo.

Ci sono sette caratteristiche che identificano tale tecnologia:

Le piattaforme che permettono lo sviluppo di soluzioni Blockchain possono essere divise in due grandi gruppi: permissionless e permissioned.

Sempre più aziende in tutto il mondo hanno iniziato a interessarsi alle tecnologie Blockchain e, gradualmente, sono emersi molti più ambiti di applicazione e nuove piattaforme di sviluppo. Al momento, comunque, il settore che più beneficia di questa innovazione è quello della finanza che per primo ha saputo dare la giusta attenzione all’evoluzione delle criptovalute e a tutte le loro applicazioni presenti e future che, gradualmente, stanno prendendo sempre più piede non solo su internet.

Criptovalute: rischi e possibilità

Le sempre nuove tecnologie e i progressi incredibili della crittografia hanno favorito un cambiamento radicale nel mondo dell’economia globale, specialmente come già detto nel settore finanziario che si occupa di scambio di beni, servizi e altre attività legate a questo settore.

Ovviamente, tra le innovazioni più significative c’è quella che ha portato alla diffusione delle criptovalute, prime fra tutte gli ormai famosissimi Bitcoin.

Il termine è composto da due parole “cripto” e “valuta” che può essere tradotto in “valuta nascosta” nel senso che diventa visibile solo nel caso si conosca un determinato codice o chiave d’accesso. Questa valuta non esiste in forma fisica, ma viene generata e scambiata soltanto virtualmente, quindi è ovvio che non sarà possibile trovare in giro monete o banconote firmate Bitcoin (gli esemplari in circolazione sono solo “decorativi” o a scopo pubblicitario e non hanno corso legale).

La criptovaluta può essere scambiata peer-to-peer per acquistare beni o servizi, questo nel caso in cui tutti i partecipanti acconsentano a questo tipo transazione.

Alcune precisazioni riguardo le criptovalute e il loro uso:

La differenza tra una criptovaluta e una “moneta regolare” è che le prime, essendo decisamente volatili, non posso assolvere alla funzione di unità di conto perché soggette a fluttuazioni decisamente elevate. A fronte di questo appare evidente che sarebbe estremamente complicato prezzare beni o servizi in criptovalute.

Queste “monete” sono state pensate per assolvere alla funzione di “riserva di valore”, quindi quanto più saranno utilizzate e tanto più aumenteranno di valore; questo perché il numero di unità prodotte è estremamente limitato e quindi più transazioni vengono regolate con esse e maggiore sarà il loro lavoro.

Parlando in termini pratici le criptovalute possono essere acquistate o vendute su piattaforme di exchange pagate con denaro a corso legale. Tuttavia queste piattaforme di cambio non sono ancora regolamentate da leggi e norme e quindi non c’è una tutela legale per i consumatori in caso di contenzioso o di fallimento.

I benefici più evidenti visti dalla parte dei promotori:

Per quanto riguarda i rischi invece:

A fronte di questo non sorprende, quindi, che la finanza e le banche guardino ancora con diffidenza al mondo delle criptovalute a causa sia dell’instabilità del settore e sia per l’assenza di intermediari che possano regolamentare e controllare la loro diffusione.

Al momento però, stiamo parlando di un settore ancora in fase embrionale che in futuro potrebbero dare vita a soluzioni economiche alternative e, forse, più vantaggiose che potrebbero cambiare radicalmente l’attuale sistema economico.

Quello che potrebbe dare una mano in questo senso è una risposta in termini di leggi e regolamenti che, forse, potrebbero disciplinare il settore e renderlo più “convenzionale” e, soprattutto, più facilmente monitorabile e gestibile in maniera più “classica”.

Applicando norme e regolamentazioni si potrebbero attirare nuovi sviluppi in futuro, che potrebbero essere in grado di gestire i rischi e i dubbi riguardo le criptovalute, senza però andare a rallentare l’innovazione di questa nuovo universo finanziario; questo a patto che si contribuisca alla creazione di una nuova politica regolatoria accettata a livello mondiale.

A questo proposito è di pochi giorni fa la notizia delle prime carte di credito per i Bitcoin che potrebbero dare una nuova scossa al settore, portandolo a diventare più “mainstream” e non solo un qualcosa legato al mondo del web e dei cosiddetti “smanettoni”.

Se l’uso di criptovalute diventasse più “comune” e venisse regolamentato a dovere si potrebbe in tempi ragionevolmente brevi pensare ad accordi e indicazioni che potrebbero essere studiate ad hoc per questa valuta, portandola a diventare nell’immaginario collettivo un qualcosa per tutti e non solo una valuta legata al cybercrimine o ad attività poco chiare e molto, molto volatili. 

Se volete saperne di più su Blockchain e Criptovalute, ascoltare la nostra intervista a Eugenio Ciamprone, Big Data & Advanced Analytics, Blockchain & Cryptocurrencies Expert.