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Big Time: Drop digitale e valore reale

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 18 Maggio 2021

Nft Videogaming

È stato recentemente annunicato, nel 2022 uscirà il primo gioco al mondo mai basato sugli NFT.

Si chiama Big Time, alla produzione dell’omonima software house Big Time Studios, e sarà un videogioco in stile action RPG. Fin qui tutto normale, se non fosse che quest’ultima sia composta da molti veterani delle più grandi e profittevoli produzioni mondiali (sono confluiti in produzione, tra gli altri, alcuni degli sviluppatori di Fortnite) e che attraverso il drop e le ricompense in game, sarà possibile ottenere degli NFT registrati sulla Blockchain, che hanno valore (e un maggiore grado di esistenza nella realtà) anche nel nostro mondo. (Per chi si ricorda, sui grandi classici Blizzard si poteva già compravendere con moneta reale, ma gli oggetti rimanevano nel dominio interno al mondo di gioco).

Big Time e gli NFT

Prima di tutto: la cornice narrativa presso cui ci troveremo sarà una scuola alla “fine dei tempi” gestita da Albert Einstein, a partire dalla quale, i giocatori potranno iniziare ad esplorare varie epoche storiche tramite una macchina del tempo.

Il gameplay prende a piene mani dalla cultura videoludica del passato, andando ad orientarsi soprattutto sulle dinamiche MMO, ma prendendo a piene mani da giochi che vanno da Diablo a League of legends a God of War. A cosa porta questo? Prendendo a pizze i mostri (termine tecnico) si droppano sia elementi di gioco che cosmetici, e qui entrano in partita gli asset crittografici.

L’obiettivo della società è quello di portare gli NFT al grande pubblico e a tutti coloro che non hanno nessuna conoscenza della blockchain. L’idea piace molto agli investitori che hanno già accumulato 21 milioni di dollari di investimento al momento della sua presentazione.

Il punto di rivoluzione è questo. Si giocherà per collezionare, certamente, ma questo processo non rimarrà dentro al semplice reame di gioco, si trasferirà valore esternamente attraverso oggetti vendibili come NFT. Saranno transazioni certificate e registrate, ma soprattutto reali. Una possibile trasformazione delle economie interne ai videogiochi che già si preannuncia lasciare un solco.

Del resto, chi non ha mai desiderato uno spadone leggendario di proprietà?