Corporate Innovation

Ecco perché la digital transformation non è più un’opzione per un’azienda resiliente

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 18 Novembre 2020

bando digital transformation pmi

Oggi torniamo a parlare di Digital Transformation e lo facciamo con due ospiti d’eccezione: Giovanni Tufani, CFO e Co-Founder di Seedble, da anni impegnata in progetti di trasformazione digitale, e David Pelilli, CEO di Trovabando, che ci presenta Digital Transformation, il bando MISE per le PMI. 

Digital Transformation, il bando MISE per le PMI: di cosa si tratta?

Q. Giovanni, in base all’esperienza che hai accumulato con progetti di trasformazione digitale in Seedble, puoi spiegarci cosa significa realmente lanciare un progetto di Digital Transformation in azienda?

Giovanni Tufani

Giovanni Tufani, CFO e Co-Founder di Seedble


A. Da un punto di vista culturale, avviare un progetto di trasformazione digitale in azienda vuol dire mettere in discussione tutto quanto è stato fatto fino a quel momento senza pregiudizi. L’imprenditore ed i consulenti che accompagnano questa transizione devono mettere nero su bianco i processi e il modello di business attuale e proiettarli nel futuro considerando le opportunità che l’innovazione mette a disposizione.
Da un punto di vista più tecnico, avviare un percorso di trasformazione digitale vuol dire innovare i processi operativi esistenti evolvendo il sistema operativo aziendale (ovvero le persone e l’organizzazione) e focalizzandosi sulla customer experience con l’obiettivo di sviluppare nuovi modelli di business.

Q. Quali sono i segreti per la buona riuscita di un progetto di Digital Transformation?

A. Nell’esperienza maturata in questi anni ho isolato questi due ingredienti indispensabili:

Q. Abbiamo ripetuto spesso che la tecnologia non è tutto, ma quanto è importante scegliere quella giusta a supporto della Trasformazione Digitale?

A. In un percorso di trasformazione digitale la tecnologia deve essere considerata come uno strumento e non come un fine (questo è uno degli errori più comuni che ho riscontrato).
Inoltre è molto importante focalizzarsi sul beneficio specifico che l’azienda si attende da una certa tecnologia: prima di partire in costosi acquisti o sviluppi, l’organizzazione dovrebbe vagliare le opportunità che il mercato mette a disposizione e poi rapportarle ai reali benefici che ne scaturiranno.
Non c’è uno strumento tecnologico in assoluto migliore di un’altro: l’importante è che qualsiasi strumento utilizzato e scelto possegga gli standard minimi di interoperabilità con altri sistemi (per capirci abbia le API) e che garantisca un go-live rapido (è finita l’era degli sviluppi di software custom che durano 12-18 mesi per essere messi in produzione).

Q. David, come spieghi gli incentivi e le agevolazioni pubbliche in ottica Digital Transformation? Possiamo parlare di una spinta alla trasformazione digitale?

David Pelilli

David Pelilli, CEO di Trovabando


A. Le agevolazioni pubbliche che ne incentivano lo sviluppo e l’adozione ci sono sempre state. Tuttavia, oggi, a causa della pandemia di COVID-19, da tema di nicchia, per addetti ai lavori o di esclusivo appannaggio di aziende di dimensioni maggiori, la Digital Transformation è diventato pane quotidiano per molte piccole e medie imprese del nostro Paese.
Infatti, a causa di una maggiore contendibilità di mercato e della necessità di “fare pivot” per reagire velocemente al susseguirsi dei diversi DPCM, oggi non è più possibile pensare alla trasformazione digitale come ad un’opportunità esclusiva per chi già investe in innovazione. Se poi questo cambiamento è sostenuto da agevolazioni pubbliche, come in questo momento, allora sarebbe assurdo non provare a trarne vantaggio.

Q. Come pensi che evolverà questo trend nei prossimi anni?

A. Sicuramente non è un trend che si arresterà. In questi ultimi mesi di Smart Working forzato (e anche non smart working) siamo riusciti a rompere alcuni schemi, difese e sovrastrutture nemiche dell’evoluzione e del cambiamento. Possiamo dire quindi che se la tendenza era già in atto, negli ultimi tempi ha semplicemente subito una forte accelerazione.
Il rischio è che questo nuovo paradigma potrebbe contribuire ad uno spiazzamento di settori (e di lavoratori) maggiormente “analogici”. L’evidente conseguenza sarà un ulteriore gap su alcuni settori, da colmare in termini di produttività del lavoro e di competizione su mercati internazionali.
Come evolverà il trend dal mio punto di vista? Maggiore contendibilità dei mercati, globalizzazione più spinta e forte attenzione alla produttività del lavoro, ma più in generale alla produttività dei fattori.

Q. Oggi si prospetta un’ottima opportunità per chi ha intenzione di iniziare un percorso di trasformazione digitale: cosa prevede il bando del MISE che partirà il 15 Dicembre e chi vi può accedere?

A. Il bando Digital Transformation che partirà il 15 dicembre testimonia l’importanza che la tematica ha assunto negli ultimi tempi. Digital Transformation è infatti un intervento agevolativo finalizzato a sostenere la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle imprese.
Questa agevolazione è pensata quindi per chi ha intenzione di potenziare l’intelligenza nel governo dei processi, innescando nuove logiche di integrazione e di condivisione. L’agevolazione ha una copertura pari al 50% calcolata sulla base dei costi e delle spese ammissibili, da un minimo di € 50.000 fino ad un massimo di € 500.000, di cui il 10% sotto forma di contributo a fondo perduto ed il 40% sotto forma di finanziamento a tasso zero.
Potranno accedere alle agevolazioni tutte le piccole e medie imprese (PMI), che operano nel settore manifatturiero, dei servizi alle imprese manifatturiere, turistico e del commercio e che abbiano intenzione di attivare processi di digitalizzazione in ottica impresa 4.0 e/o implementare le tecnologie legate alla trasformazione della filiera digitale.
Per saperne di più, registrati al webinar “Obiettivo Digital Transformation – come sbloccare il potenziale innovativo della tua organizzazione”.
Grazie per la disponibilità, David e Giovanni.