Corporate Innovation

B-Corp nel mondo

Lorenzo Ermigiotti Pubblicato: 26 Aprile 2023

b-corp

Norlha produce tessuti fatti a mano da popolazioni che hanno filato, tessuto e infeltrito per generazioni. Tessuti di lusso, venduti in tutto il mondo. È il primo atelier di yak khullu dell’altopiano tibetano, produce abiti, accessori, articoli per la casa. Tutto rigorosamente fatto con yak khullu al 100%.

È un’azienda familiare con meno di 20 anni di storia, e quest’anno è stata fra le Best B-Corp del mondo, quella con il più alto punteggio per la categoria comunità. 

Facciamo partire da qui un viaggio fra le B-Corp nel mondo, che testimonia il modo in cui queste aziende tengono unito lo sviluppo del business con il beneficio della comunità, dell’ambiente, dei lavoratori, della società. 

Le B-Corp, lo ricordiamo, sono imprese che possono utilizzare questa denominazione grazie a una certificazione, che si ottiene attraverso uno specifico percorso di valutazione. 

La certificazione viene fornita da B-Lab, l’ente no profit statunitense da cui è partito nel 2006 il movimento delle B-Corp, che oggi conta oltre 6mila 500 aziende nel mondo, e 217 in Italia. 

La panoramica internazionale prosegue con due aziende simbolo del movimento B-Corp, l’italiana Nativa, fra le prime nel mondo e ancora oggi  Country Partner di B-Lab in Italia, e la statunitense Patagonia, la cui mission aziendale da qualche anno è riassunta nello slogan: il nostro unico azionista è il pianeta.

Norlha, tessuti di lusso dal Tibet

Torniamo sull’altopiano tibetano. Norlha è stata fondata nel 2007 da madre e figlia, La prima, Kim Yeshi, è presidente. Nata a Chicago e cresciuta in Francia, ha studiato antropologia al Vassar College e buddismo all’Università della Virginia, è emigrata in India con il marito tibetano.

Ha trascorso gli ultimi trent’anni a ricercare e produrre tessuti e artigianato. La figlia, Dechen Yeshi, si è laureata al Connecticut College prima di recarsi sull’altopiano tibetano nel 2005 dove tutt’ora vive, ad Amdo, con il marito e tre figlie. 

Un business nato da un prodotto locale, lo yak khullu, un piumino che viene prodotto dallo yak per proteggersi dal freddo. È una fibra naturale, non prevede sfruttamento sugli animali, gli yak non vengono né tosati né pettinati per la loro fibra e non vengono mai privati ​​della loro protezione naturale.

Khullu è una muta e, se non viene raccolta in tempo, cade naturalmente. Inizia ad allentarsi a giugno, lasciando una finestra stretta per la raccolta, che viene eseguita facendo leva sulla fibra allentata.

Questa fibra viene lavorata per la produzione del tessuto. Il business ha sostanzialmente portato lavoro in una comunità che grazie agli stipendi riprende vivacità.

I 130 lavoratori di Norlha provengono tutti da famiglie nomadi e la maggior parte di loro ha vissuto la vita da pastore. Popolazioni che tradizionalmente si sostentano vivendo intorno allo yak, e che grazie a questa impresa possono continuare a farlo.

Dall’allevamento sono passati alla trasformazione della sua fibra in un prodotto di classe mondiale. Lavorano in filatura, in tessitura, ma anche in posizioni dirigenziali nella produzione, nelle vendite e in altri settori.

C’è quindi un forte beneficio su una comunità che ha trovato una nuova ragione di sviluppo sostenibile. Norlha ha ottenuto un punteggio complessivo di Impatto B pari a 125,2 (il punteggio medio delle imrese è 50,9).

Nativa, la prima B Corp italiana ed europea

Dall’Asia all’Europa e in particolare all’Italia, siamo a Roma, dove c’è il quartier generale di Nativa, un’azienda con un tradizionale rapporto molto stretto con il movimento B-Corp, che, sostanzialmente, ha contribuito a diffondere in Italia e in Europa.

In Nativa, la mission aziendale praticamente coincide con quella delle B-Corp, è un’azienda di consulenza che aiuta le imprese a rigenerarsi, ovvero a intraprendere percorsi di cambiamenti verso modelli inclusivi e sostenibili. Nativa è anche una società benefit, anzi è nata come società benefit, ed è stata nel 2013 la prima B-Corp italiana.

Fra gli altri riconoscimenti, nel 2022 è stata, all’interno delle B-Corp, fra le Best for the World nelle aree Workers e Governance.

Patagonia, il nostro azionista è il pianeta

Un’altra azienda che può essere considerata un fiore all’occhiello del movimento B-Corp è Patagonia. Yvon Chouinard, founder del brand di abbigliamento sportivo a stelle e strisce, nel 2022 ha venduto tutte le azioni al Patagonia Purpose Trust, un fondo creato ad hoc, e al Holdfast Collective, associazione no profit per la difesa dell’ambiente.

In conseguenza di quest’operazione, spiega il founder, «ogni anno i profitti dell’azienda, una volta reinvestiti internamente, verranno ridistribuiti sotto forma di dividendi, e contribuiranno alla lotta contro la crisi climatica». Detto in parole semplici, tutti gli utili dell’azienda vengono utilizzati per la lotta al climate change. 

Panoramica internazionale delle B-Corp

Proseguiamo il giro delle mondo pescando dalle B-Corp che si sono classificate Best of the World 2022. E passando dal Nord al Sud America, all’Asia all’Africa, non senza qualche tappa in Italia. Ecco una panoramica: