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Secondo un rapporto rilasciato pochi giorni fa, sembra che il numero di crimini informatici sia in costante aumento. Si stima che ci sia stato uno 0,8% in più attacchi informatici nelle 20 principali città dei paesi. Questo indica che a farne le spese sono le persone che vivono nei piccoli centri.
Il numero delle denunce relative ai crimini informatici è passato da 44.735 nel 2019 a 50.035 nel 2020. Un aumento importante di circa 18.657 casi.
Anche il tasso di criminalità informatica è aumentato da 16,2 nel 2019 a 16,4 nel 2020. I casi presi in considerazione dalla ricerca hanno rivelato che i reati relativi ai computer ( ben 11.356 segnalazioni totali) hanno costituito il numero più elevato di crimini informatici con il 60,9% nel 2020.
Il tasso di criminalità in questa categoria è aumentato da 3,3 nel 2019 a 3,7 nel 2020. Nel corso del 2020, il 60,2% dei casi di criminalità informatica registrati è stato causato da frode (30.142 su 50.035 casi) seguito da sfruttamento sessuale con il 6,6% (3.293 casi) e casi di estorsione con il 4,9% (2.440 casi).
Numeri alla mano appare evidente che buona parte della “criminalità” comune, si sta spostando sul web. Questo perché, anzitutto, passiamo molto più tempo di prima connessi anche per colpa dell’emergenza sanitaria; in secondo luogo bisogna anche tenere a mente che ormai, i dispositivi digitali, sono diventati una vera e propria estensione di noi. Tramite di questi possiamo fare praticamente tutto e avere accesso a qualsiasi cosa di cui abbiamo bisogno. Non sorprende quindi che i criminali abbiano trovato nella rete un nuovo terreno fertile da attaccare.
Oltretutto questo dovrebbe spianare la strada a tutta una legislazione ad hoc, pensata proprio per i crimini informatici. Molti paesi stanno già facendo qualcosa al riguardo, ma l’evoluzione è ancora troppo lenta e c’è bisogno di norme più rapide e risolutive.
