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Ai at work – licenziamento e assunzioni algoritmiche

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 26 Marzo 2021

La federazione sindacale UK (Trade Union Congress) ha denunciato enormi falle nella legislazione sulle assunzioni britannica. La problematica nasce dalle nuove forme tecnogiche implementate dalle aziende che ora, stanno cominciando ad utilizzare l’intelligenza artificiale per mansioni di assunzione e licenziamento del personale.

Tra le rivendicazioni sindacali quella che salta più all’occhio è per il diritto legale di esigere che qualsiasi decisione ad alto rischio debba essere necessariamente monitorata da un essere umano.

I pericoli dell’automazione – oltre il sogno dell’efficienza

Le istituzioni temono che, nonostante le IA siano già usate per aumentare drasticamente la produttività, ed in maniera legittima, verranno anche rese abili di prendere decisioni che possono stravolgere la vita dei dipendenti.

Gli organi competenti sono del tutto contrari al fatto che un processo automatizzato possa fare assunzioni e licenziamenti, e ci tiene a ribadirlo.

Senza regole chiare, l’uso di Intelligenze Artificiali può portare a un allargarsi dei comportamenti discriminatori e ingiusti per chi già detiene posizioni di lavoro precarie, del quale esempio più grande sono i ruoli all’interno della Gig Economy: driver di Uber, riders per il food-Delivery e ogni sorta di alienante freelance working a bassissima qualificazione.

Molti spazi di lavoro già utilizzano delle IA per le task più semplici da assegnare alla propria forza lavoro, come il monitoraggio del magazzino Amazon, o l’assegnazione di clienti ai driver. Ma nel momento in cui queste diventano sofisticate e vengono affidati compiti decisionali di management, l’analisi della performance potrebbe essere vista in una ottica del tutto deterministica e senza tenere conto dei lavoratori come persone.

Per questo la battaglia per cambiare la legge e proteggere gli esseri umani dalla discriminazione sistematica degli algoritmi è diventata una priorità fondamentale.

Del resto se anche fosse vero che le macchine, secondo le leggi di Asimov non possano fare male all’uomo di per se, possono comunque diventare uno strumento spietato per l’uomo in grado di scaricare ogni responsabilità decisionale ad un vacuo “è l’algoritmo”.
Ed è inaccettabile