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Agrifood 4.0: Open innovation e competitività italiana

Redazione Spremute Digitali Pubblicato: 14 Aprile 2021

Il Var Group ha intrapreso un percorso di investimento nella startup Apio. L’obiettivo?

Esplorare le soluzioni dell’open innovation in tema di Internet of things, intelligenza artificiale, distributed ledger (compresa la blockchain) nei principali settori del Made in Italy.

La collaborazione nasce per creare un ecosistema di soluzioni e competenze in grado di aumentare la competitività del settore agroalimentare nel mondo e supportare i prodotti locali.

L’accordo prevede l’acquisizione del 10% della startup, nata nel 2014 nelle marche.

Il gruppo vuole confermare la fiducia che nutre nei confronti dei giovani talenti, “portatori delle competenze e dell’innovazione in un settore fondamentale per l’economia italiana”.

Creare valore nel mondo della filiera agroalimentare rappresenta una prospettiva per il gruppo che, in collaborazione con IBM, intende lavorare a soluzioni digitali. Le proposte concrete spaziano dalla gestione delle politiche sulla tracciabilità e sulla trasparenza nei prodotti finali.

Trusty: la fiducia nell’industria

La piattaforma che ne risulta si chiama Trusty e si presenta come un esempio di applicazione della Blockchain al settore enogastronomico.

L’esito che giunge al consumatore è un Qr che l’utente può inquadrare per ottenere tutte le informazioni intervenienti con cui è in grado di ripercorrere la filiera produttiva e che serviranno a stringere contatti con i produttori di volta in volta diversi. Il risultato aziendale di questo procedimento invece, si trova nei vantaggi competitivi e nei miglioramenti produttivi inestimabili.

Non è però la blockchain la vera innovazione del settore, quanto la capacità di sfruttare il digitale per rendere trasparaenti le più essenziali informazioni da condividere con la clientela, come i dati sul prodotto in modo sicuro, diffuso e accessibile a un pubblico vasto.

A cambiare le regole del gioco sono le funzioni free dell’applicazione che hanno una immensa capacità di penetrazione del mercato. Si rende cioè funzionale anche e prima di tutto ai consumatori, che ne usufruiscono, oltre che a chi dovrà gestirci il proprio business, che invece vedrà le sue funzionalità a pagamento.

L’intero processo di validazione avrà conferme nel prossimo futuro, ma già sono stati riscontrati risultati di un aumento della fiducia da parte dei consumatori e nelle prove pratiche, eliminando o riducendo quantomeno i rischi di contraffazione, minimizzando i costi e ottimizzando la produzione.

Cambierà il modo di stare sui mercati globali del made in Italy?