Startup & Entrepreneurship

10 Buoni consigli per il Fundraising di una Startup

Giovanni Tufani Pubblicato: 20 Luglio 2016

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Nell’esperienza maturata in questi mesi a stretto contatto con l’ecosistema startup, ho avuto modo di capire come uno dei punti più critici (soprattutto nel contesto economico italiano) è tutto ciò che gravita intorno all’attività di fundraising.
Ho potuto constatare che questa attività è troppo spesso spettacolarizzata e talvolta, perde di efficacia nonché l’opportunità di fondarsi su solide basi matematiche e finanziarie.
Seppur consapevoli che la valutazione di una startup propedeutica all’attività di fundraising, sia una attività con delle variabili molto ampie e basata su metriche perlopiù ipotetiche, non si è autorizzati ad effettuarla in maniera sommaria. Proprio la modalità approssimativa con la quale viene svolta, è a mio parere una delle cause maggiori che giustifica il motivo per il quale in Italia, gli investimenti in startup sono di gran lunga inferiori ai paesi esteri.
Il discorso si amplia ancor di più quando si parla di open innovation, dove il contatto tra business tradizionale e startup innovative è ancora più forte, e dove quindi l’occhio di coloro che valutano la bontà dell’investimento è abituato ad approcci di business tradizionali.
Durante alcune  sessioni di coaching che ho fatto negli ultimi mesi, ho messo a punto un decalogo di consigli e buone prassi che i founder di una startup devono tenere a mente (ovviamente ad esse devono essere affiancate poi competenze in ambito economico e finanziario).

10 buoni consigli per il Fundraising di una Startup

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